Alimentazione del coniglio
Dr Alessandro Melillo, DVM, SPACS, GPCert - ExAP
La diffusione del coniglio come animale da compagnia ha causato la comparsa sul mercato di molti prodotti destinati alla sua alimentazione, come pure di approfondimenti sulla sua fisiologia alimentare e su come debba essere la sua corretta nutrizione, approfondimenti spesso non pienamente compresi da parte delle molte persone interessate al benessere di questo delizioso compagno e quindi trasformati in teorie inesatte e a volte addirittura dannose.
Chi si avventuri per la prima volta nel mondo del coniglio si trova quindi spesso in imbarazzo fra tante campane diverse senza sapere chi ascoltare. Proviamo a fare un po' di chiarezza.
Cominciamo col ribadire una affermazione sentita e strasentita, ossia che il coniglio è un erbivoro stretto. Questo vuol dire che il suo organismo è adattato per trarre energia da materiale organico per noi indigeribile - la cellulosa - e funziona quindi in maniera molto diversa rispetto al corpo nostro o di un cane o gatto. La prima di queste differenze sta nel fatto che l'erbivoro si nutre di un alimento molto poco nutriente e quindi per ricevere sufficienti calorie deve ingerirne grandi quantità, ossia deve mangiare molte ore al giorno: a questo scopo ha sviluppato i denti a crescita continua, che si rinnovano continuamente pur essendo costantemente consumati dalla masticazione di alimenti abrasivi come erba, foglie, cortecce.
Se noi gli forniamo eccessive quantità di alimento calorico - semi, cereali, frutta, prodotti da forno, mangimi di concezione antiquata - le possibilità sono due: o il coniglio continua a mangiare molte ore al giorno, come la sua natura vuole, e allora avremo obesità, diarrea intermittente, fegato affaticato e simili patologie da ipernutrizione; oppure smetterà quando si sentirà sazio, e allora il mancato consumo dei denti lo predisporrà , insieme ad altre cose, a patologie dentali e malocclusione. Quindi va tenuto a mente che se per noi un pasto ideale è rappresentato da un volume modesto di cibi nutrienti, per il coniglio al contrario il volume è più importante della qualità.
Il cibo che soddisfa questa esigenza è il FIENO: da molti spesso visto come qualcosa di povero, di complementare, qualcosa che il coniglio è obbligato a mangiare, un sorta di privazione.
Invece esso va considerato l' ALIMENTO PRINCIPALE, più naturale per il nostro coniglietto: è importante mantenere sempre vivo l'interesse e l'appetito per il fieno, scegliendolo di buona qualità - ossia verde, fresco, profumato - e non limitandoci ad una sola marca ma comprandone diverse e mescolandole/alternandole. E' forse la cosa su cui è più indicato spendere qualche soldo in più nel formulare la razione del coniglio: ogni giorno un coniglio dovrebbe consumare circa il volume del suo corpo in buon fieno variato e profumato!
Un altro concetto da richiamare alla mente è quello di piramide alimentare. Nell'ecosistema alle piante spetta il compito di trasformare la sostanza inorganica del terreno in sostanza organica e quindi nutrimento. Gli erbivori si nutrono di esse e concentrano i nutrienti nei loro corpi: ne consegue che ad un predatore basta nutrirsi della sua preda per avere un pasto completo, mentre un erbivoro ha bisogno di attingere ad una grande quantità di vegetali diversi per soddisfare le sue esigenze. Le piante erbacee alimento naturale del coniglio a noi appaiono genericamente "erba" ma in realtà sono un mondo di essenze diverse, con diverso sapore e qualità nutrizionali a seconda della specie, dello stato di maturazione, del terreno su cui crescono etc etc. Ne consegue che il coniglio ha bisogno sia fisiologicamente che psicologicamente di una dieta variata: l'alimento che soddisfa questa esigenza sono LE VERDURE.
La tendenza che spesso si sente di somministrare solo poche qualità (di solito sedano finocchio e radicchio) in quanto le altre esporrebbero il lapino a chissà quali tremende conseguenze è profondamente sbagliata ed espone l'animale non solo ad una dieta limitata e noiosa, ma anche a carenze alimentari. Il coniglio può e deve mangiare, invece, tutte le verdure a foglia per noi commestibili, comprese le erbe aromatiche, radici come le carote sia rosse che viola e quando graditi, frutti come peperone, cetriolo, pomodoro, purchè in quantità moderate e non affidandoci semplicemente alle preferenze dell'animale. Come linea base, si possono fornire 50-100 grammi di verdura fresca per kg di peso del coniglio ogni giorno. Anche imparare a riconoscere erbe e vegetali spontanei come i vari trifogli, il tarassaco, l'avena selvatica, la medica, la sulla, la lupinella, il loietto, le frasche di robinia... può integrare utilmente la dieta dei nostri conigli, anche se solo pochi fortunati possono attingere regolarmente a vegetazione spontanea fresca e non contaminata.
La maggior parte dei proprietari, invece, è costretta ad affidarsi più o meno regolarmente alle verdure per uso umano reperibili al supermercato: e qui ci scontriamo con un'altra difficoltà a cui pochi pensano mai. Ossia al fatto che le verdure non sono equivalenti dell'erba, ma sono piante addomesticate e selezionate per secoli per essere alimento per noi, onnivori incapaci di digerire la cellulosa, diverse dall'erba quanto un pechinese è diverso da un lupo pur essendo entrambi appartenenti alla stessa specie. Inoltre le verdure sono in massima parte piante giovani o giovanissime, cresciute in serra per essere pronte alla vendita nel minor tempo possibile: non hanno quindi il tempo di assorbire dalla terra e dal sole i nutrienti che caratterizzano la loro controparte selvatica. Ne consegue che i conigli alimentati in massima parte a verdura sviluppano parecchie carenze nutrizionali, soprattutto per quanto riguarda il metabolismo del calcio regolato dalla indispensabile vitamina D. In assenza di pascolo naturale, l'unico modo per fornire una razione equilibrata ai conigli domestici è integrare il fieno con del buon MANGIME PELLETTATO O ESTRUSO. Girano molte opinioni negative sull'uso di questi prodotti, ma esse sono assolutamente infondate: in parte risalgono a considerazioni che riguardavano mangimi di vecchia concezione, miscele di semi cereali e frutta secca che non hanno nulla a che fare con la dieta del coniglio; d'altra parte esprimono un desiderio di fornire una dieta "naturale" che però, purtroppo, con le materie che abbiamo a disposizione, si rivela insufficiente e squilibrata. Una razione quotidiana di un buon pellettato o estruso va quindi considerata parte necessaria della razione per il nostro coniglio, soprattutto durante l'accrescimento, l'eventuale attività riproduttiva e per i soggetti XL che spesso faticano a raggiungere il completo sviluppo solo con il fieno e la verdura. Anche i soggetti anziani, che spesso hanno ridotte capacità di consumo di fieno causa malattia dentale, hanno particolare beneficio dalla integrazione con pellet per non perdere condizione troppo rapidamente. Solo a soggetti sovrappeso o pigri nel mangiare fieno sarà utile diminuirlo o temporaneamente sospenderlo. In generale è corretto attenersi alle quantità indicate sulle confezioni dei vari prodotti per il peso del coniglietto.
Infine, il cibo non è solo nutrimento, ma anche piacere: a questo servono le LECCORNIE e SNACK, che possono far parte della dieta del coniglio purchè non si esageri.
Pezzettini di frutta fresca o disidratata, uvetta, foglie di piante aromatiche fresche o disidratate, pezzetti di vegetali "calorici" come baby pannocchia di mais o di fagiolino, non più spesso di UNA cosa UNA volta al giorno, cementeranno il rapporto fra voi e lui senza fargli male.
Dr Alessandro M. DVM
Specialista in Patologia Aviare, del Coniglio e della Selvaggina
GP Cert "Exotic animals"